Rischio sismico in Italia: cosa c’è da sapere
Sei uno studente di ingegneria presso l’università online Niccolò Cusano di Viterbo e ti piacerebbe lavorare nella progettazione sismica delle strutture? Se è cosi, questo articolo è per te. Il nostro staff ha realizzato infatti una guida sul rischio sismico in Italia. Ci occuperemo di cosa è il rischio sismico e qual è la situazione del nostro paese sotto questo punto di vista.
Se l’argomento ti interessa e vuoi saperne di più, ti consigliamo di continuare a leggere.
Rischio sismico: cos’è
Con rischio sismico si intende:
la probabilità che si verifichi o che venga superato un certo livello di danno o di perdita in termini economico-sociali in un prefissato intervallo di tempo ed in una data area, a causa di un evento sismico.
Il rischio sismico quindi è un indicatore che consente di valutare gli effetti dei danni che un evento sismico può provocare in una determinata area.
Frutto di un’analisi matematico-ingegneristica, il calcolo del rischio sismico tiene conto dell’intervallo di tempo del terremoto, della probabilità di accadimento e del grado di intensità.
In pratica il rischio sismico dipende dall’interazione di 3 fattori:
- Pericolosità (P)
- Vulnerabilità (V)
- Esposizione (E)
Espresso in formula, si può esprimere in questo modo:
R = P x V x E
Analizziamo uno per uno i fattori che intervengono nella valutazione del rischio sismico.
Pericolosità
La pericolosità è la probabilità che si verifichi un terremoto di magnitudo superiore alla soglia di picco fissata. Si tratta di un valore che rappresenta la sismicità di una data zona e dipende esclusivamente dalla caratteristica fisica del territorio.
Esposizione
L’esposizione indica la possibilità che un’area subisca un danno in termini economici, di vite e di beni culturali.
Vulnerabilità
La vulnerabilità indica la predisposizione di una costruzione a subire danneggiamenti e crolli.
È importante che le zone a rischio siano dotate di strutture che possano realmente affrontare un sisma senza subire danni.
Ad ogni edificio è possibile attribuire una specifica classe di rischio sismico, quali:
classe A+ (rischio minore)
classe A
classe B
classe C
classe D
classe E
classe F
classe G (rischio maggiore)
Con questa classificazione del rischio sismico è possibile valutare il livello di pericolosità di un edificio rispetto all’eventualità di un futuro evento sismico.
In questo modo quindi diventa possibile stabilire eventuali interventi d’apportare, tempistiche e necessità.
Il rischio sismico in Italia
Per quanto riguarda la situazione del nostro paese, quale quadro ci troviamo davanti?
L’Italia è uno dei paesi del bacino Mediterraneo con maggiore rischio sismico. Questa elevata sismicità scaturisce dalla particolare posizione geografica della nostra penisola. Il fatto di essere situata nell’area in cui convergono la zolla africana e quella eurasiatica sottopone il nostro territorio a forti spinte compressive.
Secondo la carta sismica italiana, ci sono zone che risultano a maggiore rischio sismico di altre, in particolare:
- Nord-est nella zona prealpina
- Fascia di montagne dell’Appennino centro meridionale
Per quale motivo?
Partiamo dal Nord-est nella zona prealpina. Il motivo di un rischio così elevato risiede nella vicinanza di due placche della crosta terrestre che si urtano tra di loro. Tra le zone più colpite troviamo il Friuli Venezia Giulia, il Cansiglio, Udine fino ad arrivare alla Slovenia.
Rispetto alla situazione dell’Appenino centro meridionale, troviamo invece la placca adriatica che spinge principalmente verso est, verso i Balcani, fino a spingersi verso Nord.
Classificazione del rischio sismico
Dal 2003 è in uso una classificazione sismica che distingue 4 zone:
- Zona 1 – area più pericolosa in assoluto
- Zona 2 – area con densità sismica media
- Zona 3 – area con densità sismica bassa
- Zona 4 – area con densità sismica decisamente bassa
Sulla base di questa classificazione è importante valutare l’esigenza di apportare o meno delle modifiche alle strutture e ai propri immobili.
Se volessimo associare la classificazione sismica alle nostre regioni, ecco il quadro che ne uscirebbe:
Zona 1
Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania e Sicilia.
Zona 2
Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata.
Zona 3
Lombardia, Toscana, Liguria e Piemonte.
Zona 4
Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.
Concludiamo il nostro approfondimento sul rischio sismico, ribadendo come tale ambito richieda figure professionali qualificate. Gli eventi sismici verificatisi sul nostro territorio hanno evidenziato l’esigenza di profili specializzati. È in tale ottica che invitiamo i nostri studenti di ingegneria a valutare la nascita di nuovi orizzonti professionali. Specie per gli iscritti ad ingegneria civile, avere competenze tecniche circa la realizzazione di progetti inerenti a strutture antisismiche, può fare la differenza.
Se stai per iscriverti alla facoltà di ingegneria a Viterbo, ma ancora hai qualche dubbio sull’indirizzo da frequentare, leggi quale ingegneria scegliere. Siamo certi che troverai spunti interessanti per compiere una scelta consapevole e adeguata alle tue aspirazioni.
Credits immagine: DepositPhoto.com/Belish